Gli altri morti a Gaza

Iniziano i lavori per la ricerca dei corpi dei palestinesi dispersi durante l’aggressione di Gaza. Tra le altre notizie: a Donald Trump ora piace Zohran Mamdani, secondo Nordio gli uomini odiano la parità di genere a livello genetico, e Warner Bros. Discovery deve scegliere a chi vendere l’azienda

Gli altri morti a Gaza
Rafah. Foto CC BY-SA 3.0 IGO Ashraf Amra / UNRWA

Nell’ultimo mese, dall’inizio del cessate il fuoco forzato dall’amministrazione Trump II su Tel Aviv, si è dato grande spazio alle notizie sulla ricerca dei corpi esanimi dei prigionieri israeliani morti nella Striscia di Gaza durante i due anni di aggressione delle IDF. Ovviamente, in parallelo alle ricerche per quei corpi — considerati dalle autorità israeliane come necessari per far avanzare l’accordo a una fase di tregua più stabile — si stanno cercando i corpi anche delle migliaia di persone morte e mai recuperate negli scorsi mesi, che finora sono state contate come disperse invece che morte. Dall’inizio del cessate il fuoco a ottobre, le autorità palestinesi hanno confermato di aver recuperato circa 500 persone decedute tra le macerie. Si tratta, però, di un numero piccolissimo rispetto anche solo ai dispersi — secondo la Protezione civile palestinese i dispersi sono almeno 9.500. Ora, il portavoce della Protezione civile, Mahmoud Basal, ha annunciato che da oggi inizierà la prima fase di ricerca di massa per recuperare i corpi dei dispersi. L’operazione sarà condotta con la collaborazione della Croce rossa, di personale egiziano e con la presenza di polizia e gruppi locali. Sarà un’operazione lunga e molto difficile: la Protezione civile continua a non essere in possesso dei mezzi pesanti necessari per muovere le macerie — l’ingresso di nuovi mezzi è bloccato dalle autorità israeliane, così come strumentazione per condurre test del DNA, necessari per l’identificazione di molte delle persone uccise.  (Al Monitor / WAFA / Asharq Al-Awsat)