L’allarme per l’aggressione israeliana della Siria

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L’allarme per l’aggressione israeliana della Siria
grab via X @IDF

Il segretario generale delle Nazioni Unite Guterres è preoccupato per “le violazioni recenti ed estese della sovranità e dell’integrità territoriale della Siria”: lo ha dichiarato il portavoce ONU Stephane Dujarric: “Il segretario generale è particolarmente preoccupato per le centinaia di attacchi aerei israeliani in diverse località della Siria,” e sottolinea “l’urgente necessità di ridurre la violenza su tutti i fronti in tutto il Paese.” Gli attacchi israeliani sono difesi da Washington, come sempre: il consigliere alla Sicurezza nazionale statunitense Jake Sullivan ha dichiarato che “Israele sta cercando di identificare possibili minacce, sia convenzionali che armi di distruzione di massa, che potrebbero minacciare Israele, e francamente minacciare anche altri.” Sullivan ha ammesso che c’è il rischio di una “fratturazione dello stato” siriano. Nel corso del week end, la Giordania ospiterà un summit di crisi con Geir Pedersen, l’inviato speciale delle Nazioni Unite in Siria, a cui parteciperanno Arabia Saudita, Bahrein, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Iraq, Libano, Qatar, Stati Uniti, Turchia, Unione europea. Mentre scriviamo non è confermata la presenza di rappresentanti di Tel Aviv. (Reuters / the Times of Israel)

Parlando da Ginevra, Pedersen ha dichiarato che “Le immagini provenienti da Sednaya e da altri centri di detenzione mostrano chiaramente l’inimmaginabile barbarie che i siriani hanno subito, e che denunciano da anni.” “Adesso è il momento di un’azione decisa e misericordiosa. Le famiglie dei detenuti, degli scomparsi e di chi è appena stato liberato hanno bisogno del nostro urgente supporto: servono cure mediche, supporto psicologico, assistenza legale e luoghi dove trovare un rifugio sicuro.” “I centri di detenzione, le fosse comuni e i documenti al riguardo devono essere protetti per aiutare le famiglie nella loro ricerca di giustizia e responsabilità.” “Il mondo ha il dovere nei confronti del popolo siriano di ascoltarli, agire e lavorare senza sosta per un futuro in cui questi orrori non possano mai più ripetersi.” (Nazioni Unite)