Il governo sogna la repressione delle proteste
Migliaia di studenti si sono mobilitati in tutta Italia per il “No Meloni Day” — le forze del governo hanno reagito alle proteste come potete immaginare
Meloni in visita in Iraq. Foto 23/12/2022, CC-BY-NC-SA 3.0 IT presidenza del Consiglio dei ministri
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Migliaia di studenti si sono mobilitati in tutta Italia per il “No Meloni Day,” una giornata di manifestazioni studentesche che hanno coinvolto 30 città. Si sono registrati momenti di forte tensione in particolare a Torino, dove c’è una lunga tradizione di aggressività sproporzionata delle forze dell’ordine. 15 agenti sono stati portati al pronto soccorso a causa dei fumi urticanti rilasciati da quello che i media descrivono come un “ordigno artigianale.” Gli studenti protestavano per il supporto italiano all’aggressione di Gaza, ma anche contro il ddl 1660 e l’alternanza scuola–lavoro — a Milano è stato organizzato un flash mob di fronte ad Assolombarda.
Le forze del governo hanno reagito alle proteste come potete immaginare. Con toni a un passo dall’autoritarismo, il ministro Crosetto ha scritto su X: “Questi violenti squadristi che oggi hanno messo a ferro e fuoco le nostre città, usando la bandiera della Palestina come giustificazione per attaccare con violenza le forze dell’ordine, devono pagare per le loro nefandezze. Sono delinquenti violenti non manifestanti.” “Come loro sono da condannare moralmente anche quelli che fanno finta di non vederli o li difendono perché così facendo creano l’humus per un aumento esponenziale della violenza.” Altrettanto minaccioso il sottosegretario Delmastro: “È stato celebrato il No Meloni day all’insegna dell’aggressione alle forze dell’ordine, quando approveremo definitivamente il Ddl sicurezza festeggeremo il Meloni day.” Secondo Edmondo Cirielli, della direzione nazionale di FdI, le manifestazioni con studenti di medie e superiori sono un esempio di “guerriglia urbana delinquenziale.” Il ministro Salvini ha rivendicato di definire i manifestanti “zecche rosse.” La ministra dell’Università Bernini ha detto che si è trattato dell’“apice di un clima di odio che andava stroncato subito,” senza specificare come.
In Italia c’è un problema sempre più evidente con la cultura poliziesca. Nel giro di poche ore si sono susseguiti due gravi scandali: a Palermo un agente della polizia locale ha sparato a salve e aizzato un cane di un’unità cinofila contro un finto ladro per mettere in scena le attività del corpo di polizia… davanti a un gruppo di bambini della scuola materna, tra i 3 e i 5 anni. Alcuni, ovviamente, sono scoppiati a piangere, non capendo cosa stava succedendo. La messa in scena faceva parte a quanto pare di un progetto sull’educazione e la sicurezza stradale. Nonostante lo scandalo, la problematicità della cosa non è stata recepita dal comandante dei vigili urbani, che si è preso solo l’impegno che attività simili si terranno solo in presenza di studenti delle superiori. Intanto, a Roma, presentando un nuovo mezzo blindato per il trasporto dei detenuti al regime del 41 bis, Delmastro ha detto che stava provando “un’intima gioia” (sic) all’“idea di veder sfilare questo potente mezzo che dà prestigio, con sopra il Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria,” così da “far sapere ai cittadini come noi sappiamo trattare e incalziamo chi sta dietro quel vetro e non lo lasciamo respirare.” Le parole di Delmastro sono state aspramente criticate dalle opposizioni. La deputata Di Biase (Pd), componente della commissione Giustizia, ha sottolineato che “sono dichiarazioni che smascherano l’ossessione repressiva di questo Governo.”